Esponente della corrente pittorica del Novecento Italiano
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Betto Lotti incontra Albrecht Dürer
inaugurazione 16 aprile ore 18:00
la mostra prosegue fino al 4 maggio
orari: 9.30 – 13.00 – 14.30 – 19.00 domenica e lunedì chiuso
STUDIO BOLZANI
Galleria Strasburgo, 3 – Milano
Ci sono incontri che possono apparire impossibili, ma la fantasia dell’arte permette ,a volte, di annullare lo scorrere del tempo.
Betto Lotti incontra Albrecht Durer a Firenze ai primi del 900, piu’ di 400 anni dopo la firma dell’Adorazione dei Magi. Lo trova agli Uffizi, tra il 1911 e il 1914, grato a quel Luigi Lanzi, direttore della Galleria, che alla fine del ‘700 acquisisce la tavola dalla Collezione Imperiale di Vienna.
Benedetto si sta perfezionando all’Accademia ed è a spasso per musei con Ottone Rosai , amico e compagno nella ricerca, in una sala della Pinacoteca è attratto dai colori dell‘ Adorazione si ferma di fronte al capolavoro e perde il fiato davanti alla Madonna di profilo che mostra il Bambin Gesu’ ai tre Dotti.
Ha precedentemente ammirato e rimirato le 16 tavole della Passione Incisa uno studio più intimo e trascinante. Lui stesso incisore avrà stretto la carta tra le dita, sfiorato il tratto inchiostrato e forse annusato il foglio, impegnando ogni senso nella ricerca.
Dov’è il suo segreto? Si sarà chiesto.
Eccezionale questo Durero , come si traduceva all’epoca.
Anni più tardi tra il 1930 e il 1950, Lotti si avvicina al Sacro.
Disegna, dipinge, ma soprattutto fa vivere i suoi soggetti con pura essenza grafica. Inconsciamente riaffiorano i suoi studi fiorentini, la maturità artistica gli permette un ottimo contributo personale a temi spesso dimenticati dal’astrattismo novecentesco.
Paralleli e parallelismi sarebbero eccessivi in queste poche righe, ma oltre a sognare un mondo ho deciso di proporlo, Vi invito pertanto a visitare la mostra dove le Natività, le Crocefissioni e le Resurrezioni di Betto Lotti s’incontrano con le sedici tavole della Passione Incisa di Albrecht Durer, facendo risuonare a distanza di secoli la stessa Campana Pasquale.
Angelo Bolzani